Fonti iconografiche per l’architettura

L’ideazione architettonica è da sempre, e naturalmente, partita dal vissuto immaginario e cognitivo dell’architetto. Da sempre le fonti storiche sono state una base per costruire il futuro, magari negandole come nel caso del Movimento Moderno.
Se per secoli la conoscenza passava per l’interazione personale, ovvero per la vista diretta dell’esistente, prima i documenti scritti a mano e poi la stampa hanno diffuso la conoscenza estesa delle migliori pratiche.
La stampa a caratteri mobili ha permesso la produzione a basso costo di prodotti editoriali che erano proprio manuali di architettura. Basti pensare al successo planetario de I quattro libri dell’architettura (1570) di Andrea Palladio che sono stati alla base del neoclassicismo in architettura.
Ma in tempi più recenti prima i libri e poi le pubblicazioni periodiche hanno permesso a schiere di progettisti di costruirsi una serie di riferimenti e citazioni importanti. C’è stato un rimescolamento culturale fortissimo.


The cities of Future – Eugène Hénard

Le riviste di architettura, e l’Italia è stata un riferimento planetario, hanno per anni suggerito, raccontato, selezionato, promosso le idee di maggiore tendenza. Adesso anche l’editoria di settore è in crisi, in forte crisi.

Da una parte lo spostamento economico ad est ha reso meno importanti gli autori del vecchio continente, dall’altro la rete ha reso disponibili una infinità di materiali e documenti (comprese panoramiche, video, interviste, ecc.) molto più fruibili e completi. Un altro vantaggio della rete rispetto alla carta è la possibilità di infiniti approfondimenti e punti di vista critici del tutto diversi.
Un fattore significativo è l’indifferenza con la quale gli architetti ora si pongono rispetto alla critica di architettura. Se prima era una essenziale attività di selezione, con il tempo ha perso di significato per la possibilità della critica condivisa (milioni di persone esprimono ogni giorno il loro parere su blog e social network) e con l’instaurarsi di un modello di scelta editoriale gravato da motivazioni economiche e di sponsorizzazione. Non sono pochi gli studi di architettura internazionali che insieme al progetto vendono al cliente anche la visibilità sulle maggiori riviste. E in questo caso non c’è critica che tenga: chi compra la pubblicità chiede e pretende che le opere realizzate con i propri prodotti siano pubblicate e positivamente criticate.

L’immaginario architettonico è stato da sempre anticipato dai pensieri futuribili, dalla fantascienza che ha usato la forza del cinema per costruire certezze. La fantascienza ha anticipato la costruzione delle megalopoli, i viaggi nello spazio, lo sbarco sulla Luna e tanti altri enti storici. Creando molte idee, alcune sono coincise con lo sviluppo reale. Ma ci sono dei film che hanno maggiormente segnato questi spazi di rappresentazione.

Nella rappresentazione dell’architettura hanno contribuito anche altri mezzi come i fumetti o i manga. Proprio questi ultimi hanno esplorato a fondo le possibilità rappresentative, simboliche e semiotiche del racconto dello spazio.

Soulless di Gail Carriger

Molti autori giapponesi hanno insegnato a raccontare in un’unica tavola la dinamica del movimento, la costruzione del la trasformazione.

L’uso dei CAD 3D ha introdotto la possibilità delle infinite viste, della rappresentazione continua della realtà spaziale. Non una prospettiva ma infinite prospettive, non più scelte dall’occhio del progettista ma di chi guarda. Cambia il punto di vista e cambia il significato di quello che si vede.

Letture e approfondimenti