Gerrit Thomas Rietveld era figlio di un falegname di Utrecht e lavorò per sette anni nel laboratorio del padre acquistando così una completa conoscenza del legno e delle tecniche di lavorazione. Nel 1911 aprì per conto suo un laboratorio di falegnameria, specializzato nella produzione di mobili, e cominciò a occuparsi anche di architettura.
I mobili originali di Rietveld erano costruiti con assi di abete senza giunture o incastri, semplicemente assemblate con viti di legno.
La base era un modulo di assi-celle lineari di cm 14,5 per 1,8 di spessore, tagliate a differenti lunghezze secondo le varie esigenze, tenute insieme da traversine di cm 5,5 di larghezza.
Oggi i mobili della serie “Krat” sono prodotti da Cassina in faggio e forniti in scatole che contengono i vari pezzi già pronti da montare. Le misure originali di Rietveld in qualche caso hanno subito leggere variazioni.
Ma per chi volesse costruirli da sé secondo la tecnica originale, magari proprio con assi ricavate da casse da imballaggio (ed eventualmente sostituendo le viti di legno con quelle di metallo più facili da trovare in commercio), ecco alcuni schemi con le misure e le fasi di costruzione.
In origine questi mobili non erano verniciati. Potete perciò lasciarli grezzi, dando una semplice rifinitura al legno con la carta vetrata una volta terminato il lavoro, oppure verniciarli, ma non con smalti coprenti. E consigliabile usare una vernice trasparente, che lasci in evidenza la superficie del legno, il colore, le venature, i nodi, insomma tutte le caratteristiche del materiale.
Il tavolo
Per realizzarlo userete legno di abete dello spessore di cm 1,8
Il tavolino è composto da undici assi, di cui cinque servono per il piano e sei per i cavalletti.
Vi occorreranno quindi:
- 3 assi A di cm 25 per 175 per la superficie superiore del piano del tavolo;
- 2 assi B di cm 14,5 per 76 per unire e rinforzare sulla superficie inferiore il piano del tavolo;
- 2 spessori C per distanziare la gamba piú esterna di ciascun ca-valletto;
- 4 assi D di cm 14,5 per 77 con le estremità tagliate in diagonale per formare l’incrocio dei due caval-letti;
- 2 assi E di cm 14,5 per 123 per unire i cavalletti nelle estremità inferiori e formare il poggiapiedi;
- 26 viti di due misure.
Come prima operazione, metterete insieme il piano del tavolo, accostando lungo i lati maggiori le tre assi A, che assicurerete con le due assi B, disposte in senso perpendicolare e fissate con dodici viti nei punti indicati dal disegno 2.
A questo punto vi conviene collocare lungo i due lati esterni delle assi B, i due spessori C, che non sono altro che due listelli di legno a sezione quadrata, dello stesso spessore delle assi, lunghi quanto sono larghe le assi B.
Anche gli spessori C saranno assicurati con due viti al piano del tavolo (disegno 3).
Passate ora alla preparazione dei cavalletti. Ogni cavalletto è formato da due assi D con le estremità tagliate in diagonale (perché risultino parallele al terreno una volta che il cavalletto sia aperto), unite poco più sopra della metà con una vite a dado che serve da perno (per collocare la vite al punto esatto si sovrappongono le due assi come nel disegno 4 e si forano insieme col trapano, fissandole bene con un morsetto perché non si spostino durante l’operazione).
Una volta messa la vite, si aprono le due assi a X e si appoggiano le due estremità superiori al fianco delle assicelle B. Questa fase del lavoro è opportuno farla poggiando a terra o su un piano basso il piano del tavolo rovesciato.
Ogni estremità del cavalletto va fissata all’asse B con due viti, come dal disegno 5. L’asse che risulterà dalla parte esterna si fisserà allo spessore C. Occorrerà perciò una vite della misura più lunga, perché deve penetrare anche nell’asse B.
A questo punto le quattro gambe dei cavalletti verranno unite a coppie lungo il lato più lungo del tavolo dalle ultime due assi rimaste, le E, che le terranno in squadra, assicureranno stabilita al mobile e serviranno da poggia-piedi. Le assi E vanno fissate sul lato interno dei cavalletti, come dal disegno 6, e fissate ognuna con quattro viti (due a ogni estremità).
Terminata l’operazione potete capovolgere il tavolo e metterlo diritto.
Attenzione. Ogni volta che metterete una vite, non stringetela fino in fondo. Solo quando il mobile sarà montato completamente, procedete a stringere tutte le viti.
Questo vale per ogni procedimento di montaggio. E una precauzione che rende meno difficile spostare i pezzi, nel caso di errori, e lascia comunque più gioco per l’inserimento di pezzi nuovi.
La poltrona
Il sedile e lo schienale sono formati da due rettangoli composti da tre assi tenute insieme da due traversine. Le due fiancate sono composte da tre assi incrociate, tenute in squadra da una traversina che serve anche da bracciolo.
Vi occorreranno quindi
- diciotto assi di legno di abete dello spessore di cm 1,8 e delle seguenti misure: 10 assi A di cm 14,5 per 45 per lo schienale, il sedile e le gambe della poltrona;
- 2 assi B di cm 60 per 14,5 per le due fiancate;
- 2 traversine C di cm 45 per 5,5 per tenere insieme lo schienale;
- 2 traversine D di cm 49 per 5,5 per tenere insieme il sedile;
- 2 traversine E di cm 60 per 5,5 per i braccioli.
Si comincia a costruire il sedile, accostando tre assi A per il lato più lungo, lasciando fra l’una e l’altra una piccola fessura (disegno 1). Si uniscono le tre assi sovrapponendo alle due estremità del rettangolo due traversine C, in senso perpendicolare alle assi A e fissandole con dodici viti nei punti indicati (disegno 2).
Con lo stesso procedimento si costruisce poi lo schienale, unendo tre assi A con due traversine D (disegno 3).
Si passa adesso a costruire le due fiancate uguali, incrociando della poltrona, come da disegno 6. due assi A e una B come dal diSi fanno quattro fori per le viti nel segno 4, e fissandole con le viti nei punti indicati.
Si poggia su ognuna delle due lato interno rivolto verso l’alto e le fiancate una traversina E, disposi dispone lo schienale lungo la vista in senso perpendicolare alla linea tracciata. Si segnano lungo taglio e la si assicura alle due la costa dello schienale i punti estremità con quattro viti nei punti corrispondenti ai buchi per le viti indicati; in questo caso le viti già praticati nella fiancata (disegno 7) non attraverseranno le assi A. Si avvita lo schienale alla base.
Guida ai lavori in legno – Rinaldo Donzelli, Bruno Munari, Piero Polato. Mondadori (178) Milano