Come nasce una parabola

Don Ezio Cocco, sacerdote diocesano presso la parrocchia San Cristoforo alle Sciare a Catania, pubblica su Facebook una fotografia in cui si vede un corpo di donna che “abbraccia” un corpo più piccolo appena diseppelliti da alcuni militari cinesi in divisa.
Don Ezio scrive con incredibile precisione:  “Questa è una storia vera del sacrificio di una Madre durante il terremoto in Giappone. Dopo il terremoto, quando i soccorritori raggiunsero le rovine di una casa di una giovane donna, videro attraverso una fessura il suo corpo che giaceva inerme. Ma ciò che colpì i soccorritori era la posizione strana del corpo inginocchiato e rannicchiato su sé stesso, come se stesse pregando, il suo corpo era proteso in avanti, e le sue due mani erano impegnate a sostenere un oggetto che non si vedeva. La casa crollata le aveva schiacciato la schiena e la testa. Con tante difficoltà, il leader del team di soccorritore riuscì a mettere la mano in una stretta fessura sul muro per raggiungere il corpo della donna. Sperava che questa donna fosse ancora viva. Tuttavia, dal corpo freddo e rigido comprese che era morta di sicuro. Lui e il resto della squadra lasciarono la casa per andare a soccorrere altra gente in altri edifici crollati. Per qualche motivo, il team leader è stato guidato da una forza irresistibile a tornare nella casa della donna morta. Ancora una volta, si inginocchiò e con le sue mani si spinse tra le strette fessure per cercare cosa la donna conservasse tra le sue mani sotto il corpo ormai privo di vita. Improvvisamente il soccorritore gridò con entusiasmo: “Un bambino! C’è un bambino! “. L’intero team ha lavorato con cura per rimuovere i cumuli di oggetti in rovina intorno alla donna morta. C’era un bambino di tre mesi avvolto in una coperta fiorita sotto il corpo della madre morta. Ovviamente, la donna aveva fatto un ultimo sacrificio per salvare suo figlio. Quando la sua casa crollava, ha usato il suo corpo per fare una copertura per proteggere suo figlio. Il neonato stava ancora dormendo tranquillamente quando il capo della squadra lo prese. Il medico è venuto rapidamente all’esame del bambino. Per visitare il neonato aprì la coperta nella quale era avvolto e trovò un telefono cellulare all’interno della coperta. C’era un messaggio di testo sullo schermo che diceva: “Se riesci a sopravvivere, ricordati che ti amo.” Questo cellulare passava continuamente da una mano all’altra. Ogni persona che lesse il messaggio pianse. “Se si può sopravvivere, è necessario ricordare che ti amo.” Tale è l’amore della madre per il suo bambino! Non dimenticate di cliccare sul pulsante Condividi…

Don Ezio chiude con un lapidario “Don Ezio Coco Nell’Amore della Madre si manifesta l’Amore di Dio”.

Il testo è molto forte, quanto il messaggio che esprime. In poco tempo il post piace a 3800 persone  e viene condiviso 5000 volte accompagnando il tutto con commenti come: “che gesto bellissimo”, “Mi è venuto un nodo in gola!”, “Una vera lezione di vita e d’amore!”, “oggi, mio amato, son riuscita a piangere per ben 2 volte in 15 minuti.. prima con un video greco di amore e ora questo.. Dio mio!! Benedette Creature!” e l’immancabile riferimento alla malvagità umana “grazie a Dio esistono ancora questo genere di madri e non solo quelle che li abbandonano o li uccidono”.

Dalla foto (che io ho oscurato ma che nell’originale si vede in tutta la sua crudezza) si capisce che quanto affermato con tanta sicurezza da Don Ezio non risponde a verità: di certo il corpo più piccolo non solo non era di un bambino di tre mesi ma in particolare non era affatto vivo. Non sono soldati giapponesi ma cinesi.
Un’immagine che non lasciava spazio a dubbi. Ma nessuno dei commenti ha provato a rispondere, ad affermare che il racconto era si toccante ma del tutto inventato.
Non è indifferente l’incipit del testo “Questa è una storia vera” che rimanda a un dogma da considerarsi e credersi per vero da chi si reputa loro fedele.
Questo è un comportamento che è da indagare. Il meccanismo di diffusione delle notizie false o bufale viene da lontano ma rispetto ai nostri predecessori noi adesso disponiamo della possibilità iportantissima della verifica delle fonti.
I social media, come i mass media inibiscono alcune persone dal proprio pensiero, una affermazione fatta da una autorità, in questo caso da un sacerdote, non viene minimamente messa in discussione.

In realtà la storia raccontata da Don Ezio è tutta inventata, anche nella cura dei particolari. Si tratta si di vittime di un sisma ma che avvenne il 30 Ago 2008 nella città di Panzhihua Città. Un terremoto che del sesto grado della scala Richter che causò 36 morti e 675 feriti. La notizia originale è qui  e qui (attenzione immagini forti).

Abbiamo assistito nel nostro piccolo alla costruzione di una parabola, in questo caso anche di una allegoria. Nei secoli scorsi sarebbe passata di bocca in bocca come verità. Adesso abbiamo qualche strumento in più per capire, orientarci e fare quella cosa di cui siamo fortunatamente dotati: ragionare.