Il Corriere e la botnet

Il rapporto tra giornali e social non è mai stato sereno. Se ripercorriamo gli ultimi quindici anni troviamo un numero incredibile di collisioni tra quella che è la trasposizione di un sistema di informazione che è immutato da due secoli e il sistema conversazionale digitale. Fermiamoci qui, alla conversazione. I social sono conversazioni, si parla, si discute, si approva, si disapprova. In una parola: si interagisce. I giornali tradizionali sbarcati sui social non lo sono. Fanno un comunicato, sfruttano la popolarità della rete e poi lasciano che a gestire la questione siano i commentatori sui social che, ricordiamo, sono la prima fonte di traffico sui siti e quindi di ricavi pubblicitari.

Non dialogano con i lettori. Troppo impegno? Non credo. Forse il malcostume decennale del “io sono io voi siete un cazzo di sfigati lettori” è la risposta. Venendo al Corriere, si è distinto negli ultimi anni per dei punti che non possono non essere passati senza l’attenta osservazione e curiosità degli addetti ai lavori.

Proviamo ad elencarli:

  • Continuo aumento degli articoli frivoli, pettegoli, scritti per suscitare le emozioni più basse.
  • Una titolazione che chiamare ambigua è un complimento, tutta giocata sui doppi sensi, sulla ricerca della reazione negativa, lo sdegno.
  • Non è mai stata fatta moderazione lasciando i commenti in balia delle bande e fiancheggiatori delle diverse posizioni.

Il paywall, sacrosanto anche se implementarlo massivamente nel primo momento del COVID lasciando le persone nel dubbio che dopo il pagamento ci fosse qualche informazione sanitaria o igienica utile lo ritengo il più basso del ricatto giornalistico. In un momento di crisi ci si compatta, non si vende “al mercato nero” l’informazione.

Ma d’altronde il Corriere non ha mai lesinato nel prendere dai social, foto ad esempio, togliere l’autore o l’autrice e pubblicarlo bellamente in homepage alla faccia del diritto d’autore che rivendica ad ogni più d’articolo.

Continuando con il COVID la scelta di dare pari voce a chi rappresentava una intera comunità scientifica e a chi rappresentava malamente se stesso è un’aggiunta alla  totale deresponsabilizzazione dei principi minimi di informazione. Sono arriva al punto di titolare il contrario del contenuto, così senza malizia. Casualmente dopo le indicazioni politiche di un “rallentamento della pressione mediatica”.

Non ultime le vicende legate ai tentativi di omettere le anteprime degli articoli su Google e Facebook che si sono concluse con compromettenti “collaborazioni” e acquisto di pubblicità su giornali cartacei dei colossi del digitale. Attenti osservatori dicono che dopo queste attività si sono placate le campagne dei giornali contro i social. Penso non ci sia alcuna correlazione.

Che l’inverosimile, l’assurdo, l’impossibile, l’inimmaginabile sia stato pubblicato (link – permalink) non c’è dubbio ma stiamo assistendo, forse a qualcosa di inedito.

Veniamo al caso che ha mosso le coscienze di molti. Partiamo dai fatti raccontati in maniera cronologica. Magari una narrazione noioso ma se siete a questo punto della lettura forse siete un bot anche voi e allora spazio ai dettagli.

Alle 9:22 del 11.05.2023 sulla timeline Twitter del Corriere compaiono una serie di commenti di lettori che però sono “rilanciati” dall’account ufficiale. Sono tutti aggressivi o derisivi. Alcuni sono questi:

Alle 09:29 Paolo Brescia pubblica alcuni screenshot

A darne notizia su Reddit l’account kinsky80 alle 12:52 (linkpermalink) con un titolo provocatorio “Il social manager del corriere ha avuto una mattinata difficile: Il nome prima di ogni tweet è l’account dal quale sarebbe dovuto partire il tweet stesso.”

I commenti su reddit sono velenosi:

Semplicemente sfruttano il funzionamento becero dei social per guadagnare visibilità, che per un giornale è fonte di guadagno. Gli algoritmi soprattutto di Facebook e Twitter tendono a farti comparire in bacheca i post che hanno più interazioni, quindi se metti una trentina di commenti fake per generare polemica un sacco di gente inizierà ad insultarsi a vicenda sotto il tuo post, aumentando esponenzialmente le interazioni e quindi la visibilità di quest’ultimo. Ed è esattamente grazie a questi metodi che Facebook e Twitter sono diventati il puttanaio che conosciamo. Ai giornali che ci guadagnano frega poco di avvelenare l’opinione pubblica con questi metodi, è un danno collaterale che sono disposti a creare pur di guadagnare

altro commento

A livello legislativo e deontologico, una cosa del genere dovrebbe portare all’immediata chiusura della testata (o per lo meno al suo sequestro) e alla radiazione del direttore responsabile dall’ordine dei giornalisti per manifeste violazioni deontologiche.

Source: sono iscritto anche io all’ordine dei giornalisti, e mi faccio un tot di corsi per rimanerci nei quali sono dette certe cose.

Art. 55 Legge 69/1963 – Radiazione

La radiazione può essere disposta nel caso in cui l’iscritto con la sua condotta abbia gravemente compromesso la dignità professionale fino a rendere incompatibile con la dignità stessa la sua permanenza nell’albo, negli elenchi o nel registro.

Alle 17:29 l’account @sonoclaudio chiede informazioni alla giornalista del Corriere Martina Pennisi che si è sempre distinta per la grande professionalità e precisione su  tematiche digitali.

Alle 17:44 la giornalista del Corriere Martina Pennisi risponde senza tentennamenti: “Ho letto il thread su Reddit. Curioso che non sia venuta in mente a nessuno la cosa più semplice: ci hanno bucato. Ce ne siamo accorti, abbiamo cancellato tutto e cambiato psw

Se ne deduce che al Corriere la questione sia chiara:

  • è stato “bucato l’account”
  • il Corriere ne è a conoscenza
  • hanno cambiato la password

Il messaggio non lascia alcun dubbio.

Alle 17:57 @sonoclaudio incalza:

Alle 18:04 Dagospia da la notizia

Alle 18:25 @technicoblog (il noto autore Giorgio Marandola) avanza un’ipotesi plausibile e trova alle 18:47 disponibile la Pennisi su questa ipotesi “io al momento non so di preciso cosa sia successo“:

Alle 21:30 (11.05.2023) Matteo Flora pubblica un video della sua serie #CiaoInternet intitolato “Corriere della Sera-choc, insulti e odio su Twitter. Davvero controllano dei BOT?”. Matteo Flora oltre ad occuparsi di reputazione è lui stesso esempio di reputazione positiva. Da anni studia, analizza, spiega i fenomeni della rete e ha sempre brillato per la lucidità delle affermazioni e per la consistenza delle prove che porta a conferma delle proprie opinioni. Si tratta quindi i un documento di grande valore per questa storia.

Poco dopo la pubblicazione Matteo Flora ne da notizia anche sui social.

Se non avete visto l’intero video lo stesso Flora fa lo spoiler poco dopo:

Giustamente qualcuno osserva “Mi chiedo però come mai siano stati ripresi solo commenti dal linguaggio molto aggressivo. Se fosse stata una selezione casuale di commenti non ci sarebbero stati anche commenti più neutri?

Alle 01:42 Bufale.net pubblica un tweet riassuntivo ed un rapporto (permalink) che riprende pari-pari l’ipotesi di Matteo Flora:

Alle 2:33 del 12.05.2023 Bufale.net spiega una variante alla sua ipotesi:

Il 12 maggio (il giorno dopo) alle 9:56 un tweet (linkpermalink) del Corriere spiega la sua versione “Da qualche giorno l’account Twitter del Corriere sta avendo problemi che portano alla ripubblicazione di tweet di alcuni follower, al di fuori dal nostro controllo e dalla nostra volontà. Abbiamo provveduto a cancellare i tweet che nulla hanno a che fare con la nostra normale attività e stiamo lavorando per risolvere l’anomalia“.

Nella mattinata del 12.05.2023 però Dagospia pubblica una precisazione significativa con una spiegazione del tutto diversa da quella ipotizzata:

Caro Dago,
abbiamo letto la ricostruzione su quanto accaduto al profilo Twitter ufficiale di Corriere. La spiegazione, in realtà, è ben più semplice: sia nella mattinata di mercoledì, sia in quella di giovedì, il nostro profilo è stato hackerato; abbiamo provveduto a cancellare i tweet e a cambiare le credenziali, per evitare che questo accada di nuovo.
Alessandro Bompieri
Direttore Generale News Rcs MediaGroup

Quindi Alessandro Bompieri Direttore Generale News Rcs MediaGroup conferma che il profilo è stato hackerato DUE VOLTE IN DUE GIORNI ed evidentemente non aveva l’autenticazione a due fattori:

Il Corriere non ha ritenuto di dare la notizia dell’incidente nel sito del giornale e nemmeno nella versione cartacea. Solo sui social.

Reddit Italia il 12.05.2023 ha indicato la notizia come una possibile “fake news

Siamo davanti al Corriere di Schrödinger  con due ipotesi opposte ed entrambe indicate come vere dal giornale:

  • l’account Twitter è stato hackerato

  • un’applicazione misteriosa fa il ritweet solo di alcuni follower

Indubbiamente un bel caso di studio.