Cosa c’è dentro gli elastici per capelli

Ogni tanto torna alla ribalta questa vecchia storia: i cinesi metterebbero in commercio elastici per capelli fatti con preservativi usati. Avete letto bene. La notizia è del 2007 ma circola tuttora specialmente negli ambienti bimbiminkia. Vediamo di fare chiarezza partendo dal messaggio. Il testo che gira su Facebook è tutt’altro che tranquillizzante:

Incredibile quello che si inventano i Cinesi pur di vendere i loro prodotti nel nostro paese, mettendo a rischio la nostra salute.
Evitiamo di comperare questi elastici x capelli, spesso venduti 3 al prezzo di 2, sono fatti con preservativi usati, e secondo i cinesi lavati e disinfettati, questo però non è sicuro al 100%.
Le donne spesso tengono in bocca l’elastico mentre si pettinano o pettinano le figlie, e questo elastico può essere stato usato da persone malate di HIV/SIDA o altre malattie sessuali.
Un accordo con il governo E.U.A. e Espanha stabilisce il divieto di reciclare preservativi.
Ricordiamo anche che la Cina ha avuto diversi scandali x problemi sanitari, e molti loro prodotti non sono controllati e contrabbandati nel nostro paese.
PERTANTO ATTENZIONE !!!!!

L’immagine, solo di questa pagina, in 4 ore viene condivisa 1200 volte. E come succede in questi casi ci sono quelli che confermano:

Notate come la notizia sia vera “perché lo ha detto il TGCOM” e poi tale Alberto che dice “verificato e uno su 10 ha avuto questo prodotto“. Uno su dieci cosa? Chi? Come ha fatto Alberto a verificarlo?.

L’ultimo commento selezionato raccoglie i fondamenti di questo messaggio: l’odio verso i cinesi, l’idea che i cinesi ci vogliono avvelenare, ecc. Un accumulo di pregiudizi che trova in questa notizia tutte le giustificazioni al modo di pensare di molti.

La notizia puzza di bufala da lontano. Iniziamo con il testo “SIDA” è la versione in francese di HV e quindi ci sta. La frase “Un accordo con il governo E.U.A. e Espanha stabilisce il divieto di reciclare preservativi.” Invece è del tutto inventata per rafforzare l’informazione cercandone un’autorità esterna che confermi. Tipico delle bufale.

Veniamo alle fonti.
La notizia è del 2002 pubblicata sul Shanghai Star il 04.11.02 è passato sotto silenzio anche perché spiegava fin da subito quale era l’origine dell’elastico e la spiegazione così chiara non si prestava a possibili curiosità morbose:

State regulations required rejected materials and shoddy products to be broken down and sent to a plastics factory in Beijing, the engineer said.

La notizia è stata ripresa cinque anni dopo, il 13.11.07, sul  China Daily a firma Zheng Caixiong. Va ricordato che China Daily si presta spesso a rilanciare bufale, notizie incontrollabili o senza fonti.

La cosa più semplice per creare una bufala è confezionare una serie di pregiudizi e darne una forma, una generica conferma citando qualcuno (giornale, fonte ospedaliera, ecc.) senza precisare chi lo ha detto e poi veicolarla.

Le bufale usano l’ignoranza come miglior motore di propagazione.

La notizia è stata ripresa dal China.org il 13.11.07 ma cita come fonte un non meglio precisato “New Daily Express” che non è il noto “Daily Express” e non è nemmeno il “Daily China Express”. La notizia è stata poi ripresa in più versioni, tradotta in italiano, finita su TGCom24 e poi su moltissimi siti e blog.

In Italia la notizia ha avuto una maggiore eco grazie all’ADUC che il 15.11.07 ha l’ha rilanciata annunciando anche un’interrogazione parlamentare della Senatrice Donatela Poretti. Giusto il giorno dopo (il 16.11.2007) la senatrice ha fatto una interrogazione (pdf) al Ministro della salute e al Ministro dello sviluppo economico per chiedere informazioni in merito.

Al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:

  • nella provincia meridionale del Guangdong (Cina) sono in vendita elastici per capelli fatti con preservativi usati. Il giornale China Daily riferisce che gli elastici, potenzialmente pericolosi, vengono commercializzati in numerosi punti vendita e saloni di bellezza delle città di Dongguan e Guangzhou;
  • poiché sono molto più convenienti, il successo di questi elastici cresce. I condom riciclati possono però ancora contenere batteri e virus, come mette in guardia il giornale China Daily. Secondo un dermatologo locale, non si può escludere l’infezione da una malattia genitale, Aids inclusa, poiché le donne hanno l’abitudine di tenere in bocca l’elastico mentre si fanno la treccia o un nodo ai capelli;
  • un portavoce governativo ribadisce che riciclare i preservativi è proibito;
  • l’Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) riportando la notizia, ha annunciato di aver scritto al ministro allo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani e alla ministra alla salute, Livia Turco per sapere se in Italia importiamo elastici per capelli dalla Cina e se, in caso affermativo, quali e quanti controlli sono stati effettuati -:
  • se i ministri siano a conoscenza di questa situazione e se non ritengano di aumentare i controlli su questi prodotti provenienti dalla Cina;
  • se i ministri non ritengano necessario svolgere accurati controlli per verificare se questi prodotti siano già nel nostro mercato e, in caso affermativo, se non sia urgente ritirarli dal mercato. (5-01787)

La risposta non è mai arrivata anche perché non c’erano fonti precise ne tanto meno risposte ufficiali da poter fornire.

Qualche perplessità trapela subito dopo. Sul forum dell’ADUC il 19.11.07  un utente scrive:

Una verifica è un atto doveroso, a maggior ragione quando una affermazione può creare giustificato allarme.
In questo caso la verifica sarebbe stata molto semplice, il China Daily citato dall’autore dell’articolo semplicemente non riporta questo fatto come si può verificare andando direttamente sul loro sito www.chinadaily.com.cn
Ci sono alcuni articoli in giro su internet, uno di questi che ha una URL che indurrebbe a pensare ad una affiliazione al più prestigioso China Daily, che probabilmente riportano tale notizia senza verifiche come fatto in questo caso. Per esempio, in un articolo la signora che fa la scoperta si chiama Chen della città di Dongguan, in un altro si chiama Yu della città di Qingdao, e pensare che sono città che distano tra di loro migliaia di chilometri. Prima di presentare un esposto, creare allarme tra i cittadini, scomodare due ministri ed un deputato bisognerebbe ricordare che una verifica è questione di qualche click su internet.

Le verifiche le hanno fatte con maggiore accuratezza siti specializzati in bufale. Snopes ad esempio ha ripreso più volte la notizia scoprendo che circolava dal 2002 e che gli anelli elastici non sono preservativi usati, la cui raccolta, lavaggio, taglio sarebbero in ogni caso onerosi ma in taluni casi:

It was confirmed that the rubber bands had been fashioned from bits of used and abandoned or low-quality condoms rejected by the factory where they were made. Said items should have, according to state regulations, been broken down and sent to a plastics factory in Beijing.

Quindi non si tratta di preservati usati ma di parti di lavorazioni industriali. 

Le immagini che circolano in rete sono state prese da UrbanLegend e qui trovate tutta la storia.

Update 27.11.12 – 19:30

Adesso ne parla anche Paolo Attivissimo sul suo sito.